mercoledì 5 dicembre 2007

Voglio andare in America… voglio iniziare una nuova vita lì dove i sogni diventano realtà, lì dove ogni cosa ha una marcia in più, lì dove ogni passo è verso il futuro, lì dove ogni persona è il cuore del paese stesso, lì dove ha origine un nuovo mondo…
Noi pensavamo la stessa cosa, idealizzando quella terra lontana e quasi irraggiungibile tanto il suo fascino e la sua magia…

Ma qual è la verità? Gli Stati Uniti sono davvero quel posto dove le strade sono lastricate d'oro e le persone camminano felici tra un vip e l'altro? Meritano davvero di essere presi come esempio da tutto il mondo? Paese di libertà e uguaglianza? Multirazziale e democratico? Forse dovremmo per un attimo mettere da parte film e leggende e guardare la realtà attraverso le parole di chi, sulla propria pelle, ha capito che quel sogno americano non è mai esistito…

La leggenda da noi evoca immagini di morituri abbandonati per le strade davanti alle porte sbarrate di cliniche private che curano solo chi può permettersi di pagare. In realtà non è così. Non solo gli ospedali pubblici forniscono gratuitamente le cure necessarie a chi non è assicurato o non ha i mezzi per pagarsele, ma dal 1986 anche le cliniche private sono tenute ad accogliere, diagnosticare e fornire gratuitamente tutte le cure di emergenza di cui dispongono a chiunque gli si presenti davanti o presso proprie strutture anche mobili, fino al momento in cui sono in grado di essere trasferiti senza alcun rischio alle strutture pubbliche.
Nel 2001, per esempio, furono 6 mila le partorienti che si presentarono senza documenti a ospedali del Colorado, al costo medio di 5 mila dollari a bambino, ovvero 30 milioni di dollari, per un solo stato in un solo anno. I bambini nati negli Stati Uniti, poi, hanno diritto alle cure mediche gratuite per sempre, in quanto cittadini americani. Lo Stato procura assistenza sanitaria ai disabili e agli anziani attraverso il programma Medicare e ai poveri attraverso Medicaid. Dei 47 milioni di non assicurati, 10 milioni non sono cittadini statunitensi inclusi immigrati irregolari,molti altri invece godono di assistenza sanitaria legata al posto di lavoro,ma essendo questi alquanto flessibile,non permette uno stabile sostegno
Varrebbe anche la pena di ricordare che non avere un’assicurazione non significa non venire curati. Dal 1986 gli ospedali che accettano pazienti dei programmi Medicare o Medicaid, sono obbligati a fornire cure sollecite in caso di emergenza a chiunque.Il problema del sistema americano è che costa sempre di più e questo porta molti a criticare il sistema non per penuria di cure ma per eccesso di costi.Tuttavia, in una società che invecchia e legittimamente desidera invecchiare bene, non è detto che spendere più anziché meno, nella sanità, sia un male. Anzi. Il problema è, a monte, essere e restare una società che una spesa sanitaria in crescita se la può permettere. Ed è qui forse che si sente di più la distanza fra noi e gli Usa.


Ma è questa l'America?


Tra i grattacieli e i grandi centri commerciali, l'industria della Ford e quella della Microsoft, la Casa Bianca e il Pentagono, la Statua della libertà e l'università di Yale, camminando per le strade di New York e di Manhattan, se sposti lo sguardo dalle festose vetrine, noterai quell'auto che corre e all'improvviso si ferma. La portiera viene aperta. E un'anziana signora viene spinta fuori. Diversa dalle attrici che scendono dalle limousine per le serate di gala, diversa dai bambini che felicemente saltano fuori dalle macchine per tornare nelle loro case con gli steccati bianchi. Il viso sofferente, il corpo sfinito, uno sguardo profondo e rassegnato. Malata e senza soldi. Queste le sue colpe. Questi i motivi che hanno indotto l'ospedale dove lei si era recata a cacciarla brutalmente e portarla il più lontano possibile. Come se questo potrebbe anche allontanare da loro i sensi di colpa, quella coscienza che bussa, quell'angelo sulla spalla che con la sua vocina consiglia la strada più giusta, quel cuore che vince i modelli della società e il successo, il denaro. E in quegli Stati Uniti mitizzati, quella donna rappresenta solo una dei tanti che ogni giorno si ritrova solo nelle strade delle grandi città. Non avendo più alcuna speranza, vedendo un futuro segnato, poter morire nel Paese più ammirato e agognato, non è una consolazione… forse preferirebbe vivere in uno che le dia la possibilità di sognare ancora per un po'…

Chi è vergognosamente tagliato fuori è la gente comune che lavora, quelli che mandano avanti il Paese, quelli che creano il PIL. Se hai un buon lavoro con una buona compagnia, almeno finché ci rimani, ti offriranno un buon pacchetto di benefici. Ma appena te ne vai, non hai più nulla. Ricorrendo ciecamente ai farmaci, alla chirurgia, alla tecnologia ed all'establishment medico, il sistema sanitario americano ha fatto più danni che bene alla popolazione degli Stati Uniti.. Nonostante i costi crescenti della sanità che forniscono l'illusione che la sanità migliori, il popolo americano non gode di buona salute, rispetto alle altre nazioni industrializzate. Sono infatti al 37° posto nella graduatoria del “world’s health system”. Secondo vari studi di ricerca negli ultimi dieci anni, un totale di 225.000 Americani all'anno sono morti come conseguenza dei trattamenti medici ricevuti:

1 12.000 morti all'anno dovute a operazioni chirurgiche inutili
2 7000 morti all'anno dovute ad errori nelle prescrizioni di farmaci in ospedale
3 20.000 morti all'anno dovute ad errori di vario genere in ospedale
4 80.000 morti all'anno dovute a infezioni contratte in ospedale
5 106.000 morti all'anno dovute gli effetti negativi di farmaci

Alcuni americani sono testimonianza diretta della cattiva gestione della sanità e questi hanno riportato le loro esperienze nel film Sicko, di Micheal Moore.
Vi sono persone prive di assicurazione medica, costrette ad evitare le cure mediche - talvolta a costo della vita - a causa dell'importo particolarmente esoso che l'assicurazione gli avrebbe coperto.Altre, malate di cancro e assicurate con le migliori compagnie le quali, attraverso le scuse più assurde e disparate fino a negare completamente la patologia, si vedono negare il pagamento delle cure: a causa di queste scelte, delle quattro donne intervistate due sono decedute, un'altra sta attraversando una fase terminale mentre l'ultima ha potuto diagnosticare la propria malattia durante una vacanza in Giappone ed ha fatto causa alla compagnia assicurativa. Queste drammatiche situazioni sono state confermate dalle testimonianze di persone addette ai lavori all'interno delle assicurazioni, istruite affinché cerchino dapprima di scovare una tra le innumerevoli patologie pregresse pur di non promuovere la polizza, poi di trovare una scusa possibile pur di non dover pagare le cure necessarie talvolta alla sopravvivenza dell'assicurato, infine di recuperare il denaro cercando un'eventuale pecca, anche minima, nelle procedure. Paradossalmente, coloro che hanno dato un aiuto dopo l'attentato alle Torri Gemelle e in seguito a ciò, hanno riscontrato patologie derivategli dal loro eroico e volontario impegno, non vengono curati poichè privi di certificato assicurativo.I fautori di tale nefanda azione, invece, godono di un'assistenza sanitaria completa garantita ai prigionieri della base navale americana nella Baia di Guantanamo a Cuba.




La situzione è ancora più grave, se questo può essere possibile, nelle cliniche private dove cancellare la vita di un malato di mente deforme è la cosa più facile del mondo. Per sottomere i soggetti agitati, gli infermieri hanno l’abitudine di somministrare sostanze chimiche e di ricorrere agli strumenti di contenimento, causando spesso la morte dei pazienti. Il disagio psichico continua ad essere un fastidio per quasi tutte le società, ma negli Stati Uniti, quando un malato di mente muore all’interno di una struttura psichiatrica, preferiscono eliminare del tutto i segni del suo passaggio sulla terra. Gli ispettori sanitari non intervengono mai e le direzioni degli ospedali dove tra il 2002 ed il 2006 sono avvenuti circa 700 decessi (dovuti a maltrattamenti di varia natura) sono riuscite a far passare per morti naturali dei veri e propri omicidi.Oggi, molte strutture psichiatriche negli Stati Uniti versano in condizioni terribili. Anche il dipartimento di Salute Mentale ha ammesso l’esistenza di lacune, ma senza spiegare nulla sul numero esorbitante di morti tra i pazienti. Quanto al personale, si barrica puntualmente dietro l’alibi delle legge sulla privacy e per un giornalista trovare le tracce del passaggio terreno di un essere umano soffocato dall’eccessiva pressione delle braccia di un infermiere o di un emorragia può diventare molto complicato. Una cosa è certa: dal 1952 ad oggi, i metodi terapeutici riservati al disagio mentale sono rimasti gli stessi e almeno metà degli psichiatri in forza agli ospedali ha tratto profitti dai legami con le industrie che producono strumenti di contenimento coatto e con le case farmaceutiche che fabbricano sostanze spesso più nocive che benefiche per i malati di mente. Quanto al mondo politico, continua a fare più o meno lo stesso, anteponendo i propri interessi e quelli delle corporazioni che sfruttano il disagio psichico alla lotta delle famiglie che chiedono condizioni migliori nelle strutture.Forse i contribuenti non se ne rendono conto, ma sono loro a finanziare senza volerlo un sistema fatto di inettitudine, avidità e mancanza di scrupoli da parte dei medici nei confronti delle creature più fragili. Ci piacerebbe ricordare tutti coloro che ne sono stati vittime ma l’elenco sarebbe veramente troppo lungo. E’ tuttavia doveroso citare almeno i nomi dei giovanissimi affetti da disagio psichico morti all’interno delle strutture psichiatriche degli Stati Uniti, ad iniziare da Rochelle Claybourne, 16 anni, che morì dopo essere stata sottoposta ad un endovena di torazina e legata con delle strisce di Velcro che le attraversavano il torace, tanto strette da toglierle la possibilità di respirare. Quando l’hanno trovata, aveva il viso rivolto verso il pavimento. La bocca era aperta, come se avesse cercato disperatamente di inalare aria. Agli angoli, un filo di sangue. Dopo Rochelle Clayborne, la lista di bambini e ragazzi morti dopo essere stati soggiogati con la forza si è allungata a dismisura. Mikie Garcia aveva solo 12 anni quando gli infermieri di una clinica psichiatrica di Ingram, in Texas, gli avevano bloccato polsi e caviglie prima di spingerlo a terra, dove Mikie aveva smesso di respirare.Due anni dopo, l’inchiesta non è ancora finita. Un giovane diplomato, “ in grado di relazionarsi a malati mentali minorenni di sesso maschile con un passato di abusi sessuali e affetti da disagio psichico e ad intervenire in caso di crisi”, sottolinea che “intervenire” significa disciplinare i pazienti con la coercizione fisica, ma sarebbe interessante sapere perché mai al ViaQuest per esercitare la brutalità sia necessario essere diplomati. Di Orlena Parker non sappiamo molto, a parte che aveva capelli neri lunghissimi, soffriva di depressione ed era ricoverata da mesi presso il Cleo Wallace Center, in Colorado. Orlena aveva solo 15 anni ma per gli infermieri del centro era troppo aggressiva, tanto che una domenica si sono messi in sette a legarla fino a quando non si è più mossa. Sul rapporto stilato dalla polizia si legge che gli infermieri erano “sei e non sette”, come se questo rendesse meno tragica la fine di una quindicenne, per altro archiviata il primo agosto scorso come “incidente”. La morte di un adolescente è già di per sé un drammatico avvenimento, considerato poi che in questi casi è dovuto alla negligenza e all’intolleranza degli adulti, è inacettabile.


Ma come può lo Stato Americano permettere tutto ciò?

Recentemente l'attuale presidente George W. Bush ha posto il veto ad una legge che voleva estendere la copertura sanitaria a 10 milioni di bambini. Infatti un provvedimento del genere non solo costerebbe tantissimo,ma soprattutto sarebbe un passo verso una sanità gestita dal governo.
Il sistema sanitario americano, per come oggi è organizzato, fa acqua: il segmento più a rischio è Medicare (rivolto ad anziani e disabili), per cui si prevede la bancarotta entro il 2018. Anche per gli altri programmi federali,come Madicaid (per i meno abbienti), la domanda non è se ma quando arriveranno al capolinea.
Inoltre, infermieri, medici, ospedali e altri fornitori sono ostacolati da procedure macchinose e regolamenti complessi, sia per i programmi pubblici che per quelli privati.

Eppure in paesi altrettanto sviluppati, l'assistenza sanitaria non solo è pubblica ma anche di ottima qualità. Ad esempio in Inghilterra più persone vengono aiutate, maggiori sono le promozioni per i medici. Al contrario, negli Stati Uniti vengono premati i dottori che rifiutano maggiori richieste di cure possibili. In Canada vige il pensiero ''Preferisco pagare anche per quelli che non possono perchè so che loro farebbero lo stesso per me!''.
E pensare che qui in Italia spesso ci si lamenta dei servizi sanitari, anche se tutti possono usufruirne gratuitamente e le compentenze mediche sono eccellenti. Certo, ci sono stati casi in cui questo è stato oscurato dalla disattenzione e dalla leggerezza con cui sono state affrontate le varie operazioni, ma lo Stato cerca di far sì che questo avvenga il meno possibile.

E in futuro? Continuerà ad essere così?


Forse sarà l'effetto Michael Moore con il suo film "Sicko",ma sta di fatto che Hillary Clinton promette una ricorma con la quale ogni americano potrà gonere dell'assicurazione sanitaria.Hillary Rodham Clonton,canditata alle primarie del partito democratico in vista delle elezione presidenziali del 2008,promette una rivoluzione rivoluzionaria riforma sanitaria con la quale ogni americano potrà godere dell'assicurazione sanitaria.La riforma proposta dalla Clinton costerà 110 dmiliardi di dollari (79 miliardi di euro) l'anno.L'American Health Choice Plan,il programma sanitario della Clinton,rappresenta il suo maggiora tentativo per arrivare alla copertura sanitaria universale da quando,nel 1994,il piano da lei formulato durante la presidenza del marito non ebbe il consenso necessario ad essere realizzato. La Clinton, ha però dichiarato che non sarà come il suo precendete programma e che quindi non si tratteràdi un sistema controllato dal governo americano. Continueranno infatti ad essere le assicurazioni private a gestire l'assistenza sanitaria, ma così anche la sottoscrizione di un'assicurazione medica.Per facilitare i meno abbienti, saranno assicurate detrazione fiscali e istituiti fondi federali che constentiranno a tutti di godere una copertura di primo livello, simile a quella di cui godono i membri del Congresso Americano. Le compagnie di dimensioni più grandi saranno tenute a fornire ai propri impiegati un'assicurazione mentre quelle più piccole, seppure non obbligate, riceveranno facitilazione tributarie. Infine i cittadini soddisfatti dell'attuale copertura, potranno mantenerla. Riuscirà Hillary nel suo utopico intento? WE HOPE SO. VOTE FOR HILLARY


Irreale? Inconcepibile? Impossibile? Certamente imperdonabile per quelli a cui quella società americana tanto all'avanguardia e ugualitaria ha rifiutato qualche attimo di più di vita. Forse troppa è la luce delle stelle Hollywoodiane che gli occhi non sono più abituati a vedere nel buio. Perché lì, parte della popolazione è stata dimenticata. Dov'è quella solidarietà americana che si nota quando bisogna combattere per difendere la Patria? Dov'è quell'unità che il nome stesso del Paese inneggia? E perché tanti orrori sono ancora sconosciuti a molti? Forse è più facile chiudere gli occhi e lasciarsi ammaliare dal fascino dei grandi grattacieli, piuttosto che guardare chi, nelle piccole case, si abbandona ad un destino che non ha più neanche la forza di cambiare. Passano gli anni, si scoprono nuove tecnologie, ma di fronte ad un malato che chiede assistenza la porta viene ancora chiusa. Si cammina sulla luna, ma forse quel passo per l'umanità deve ancora essere compiuto. Perché finché si permette che milioni di persone muoiano ogni giorno quando ci sono cure per salvare loro la vita, quando si è più sensibili alla ricchezza e al successo che allo sguardo di un malato, quando si giustifica una sanità inesistente per chi ha bisogno, quando non si fa nulla perché un cuore continui a battere… allora bisogna ancora combattere molto, o semplicemente aiutare… aiutare a capire che qualche guerra o primato in meno non blocca lo sviluppo e mette in repentaglio la sicurezza dello Stato se può salvare anche solo una vita umana… aiutare a guardare con gli occhi del cuore quella richiesta di soccorso, perché non c'è nulla che possa arricchire l'esistenza quanto sapere di aver contribuito ad un'altra, o almeno averci provato… e quegli Stati Uniti in cui tanti affidano i propri sogni riusciranno a mantener fede alle loro aspettative… riusciranno a far sì che nessuno più debba morire senza aver potuto dire "grazie per avermi salvato"… nessuno più debba vedersi rifiutata una mano… nessuno più debba vivere sapendo di essere solo… un giorno, speriamo non troppo lontano, tutti si sentiranno davvero "uniti" non solo nella ricchezza e nel benessere…